A volte bisogna solo saltare. O forse no?
A volte bisogna solo saltare. O forse no?
Oggi voglio raccontarvi una storia, per davvero.
L’anno è appena iniziato e sicuramente molti di voi si sono trovati a fare i conti con nuovi obiettivi, motivazione, buoni propositi e back to work. In uno scenario di questo genere, c’è solo un binomio che spesso spicca tra tutto il resto ed è proprio “lavoro e performance”.
Leggete bene.
C’era una volta un uomo di nome Clarence che aveva una rana di nome Felix. Clarence ha sempre vissuto una vita modesta, senza mai rinunciare al suo più grande sogno: diventare ricco. Un giorno, colpito da un’ispirazione improvvisa, esclamò: “Felix, diventeremo ricchi! Imparerai a volare!”
Felix era terrorizzato: “Non posso volare, Clarence! Sono una rana, non un uccello!” Clarence, deluso, disse a Felix: “Il tuo atteggiamento non aiuta le cose. Penso che tu possa migliorare con un po’ di allenamento“.
Così Felix andò a un corso di tre giorni per imparare la storia dell’aviazione, le basi dell’ingegneria aeronautica, alianti, parasailing e la vita di famosi piloti.
Dopo l’addestramento, Clarence decise che Felix avrebbe saltato ogni giorno da una finestra, dal primo piano fino al settimo. Grazie a questo planning, ad ogni volo i due avrebbero analizzato le performance e implementato la tecnica ove necessario: secondo Clarence, Felix una volta giunto al settimo piano sarebbe stato in grado di volare.
Felix ha pregato che Clarence cambiasse idea, perché temeva per la sua vita, ma le sue suppliche caddero nel vuoto. Clarence pensò “Semplicemente non capisce quanto sia importante, non riesce a vedere il quadro generale.“
È così che Clarence decise di aprire la finestra e buttare fuori Felix, che ovviamente essendo una rana atterrò con un tonfo.
Il giorno dopo, pronto per la sua seconda prova di volo, Felix pregò di nuovo di non essere buttato fuori dalla finestra, ma Clarence aprì la sua guida tascabile su “Gestire il personale in modo efficace” e mostrò a Felix la parte su come sia sempre necessario aspettarsi resistenza di fronte a programmi nuovi e innovativi. Detto questo, gettò di nuovo Felix dalla finestra. E di nuovo un tonfo.
Il terzo giorno al terzo piano, Felix provò a temporeggiare, chiedendo di ritardare il progetto finché le sue capacità e le condizioni di volo non fossero più favorevoli. Ma Clarence era prontissimo: “Non vuoi rovinare il programma, vero?”
Dal suo feedback sulla valutazione delle prestazioni, Felix sapeva che non saltare quel giorno avrebbe significato saltare DUE VOLTE il giorno successivo e fece l’unica cosa possibile: saltò, ma il risultato rimase lo stesso.
Nonostante l’utopia della situazione, Felix provò in tutti i modi a migliorarsi: il quarto giorno sbatté le gambe all’impazzata, il quinto provò la “visualizzazione” legandosi un piccolo mantello rosso intorno al collo emulando “Superman”. Non aiutò.
Al sesto giorno Felix, accettando il suo destino, non implorò più pietà. Guardò semplicemente Clarence e disse: “Lo sai che mi stai uccidendo, vero?“
Clarence si limitò a sottolineare che la performance di Felix fino a quel momento era stata tutt’altro che esemplare; non riuscendo a raggiungere nessuno degli obiettivi che si era prefissato per lui. Detto questo, e sapendo che c’era un altro piano, Felix balzò fuori, mirando con attenzione alla grande roccia frastagliata all’angolo dell’edificio dove atterrò.
Clarence era devastato. Il suo progetto non è riuscito a raggiungere un singolo obiettivo che si era prefissato di realizzare. Felix non solo non riusciva a volare, ma non aveva nemmeno imparato a implementare la sua caduta.
L’unica cosa che restava da fare a Clarence era analizzare il tutto e determinare i punti critici. È così che giunge a una sola conclusione: “La prossima volta, avrò una rana più intelligente!”
Fine.
Cosa vi dice questa storia? Di sicuro è una metafora del business, ma in che modo si riflette su di voi e sulla vostra quotidianità?
Vi lascio solo alcuni spunti per riflettere sulla storia che abbiamo appena letto. Lo farò anch’io e ne discuterò sui miei canali.
- In che modo le aspettative di Clarence sono andate così fuori obiettivo rispetto alle competenze di Felix?
- Perché Clarence ha visto nella formazione l’unica soluzione?
- Che ruolo ha avuto la differenza di potere tra Clarence e Felix nel plasmare il corso degli eventi?
- Perché Felix si è dimostrato così arrendevole, nonostante rischiasse la vita?
- Come spieghi la cecità di Clarence di fronte al suo completo fallimento?
- Quale talento possedeva Felix che avrebbe potuto davvero rendere Clarence e lui ricchi e perché Clarence non se ne accorse?
A presto,
Guido DeCarli
Oggi voglio raccontarvi una storia, per davvero.
L’anno è appena iniziato e sicuramente molti di voi si sono trovati a fare i conti con nuovi obiettivi, motivazione, buoni propositi e back to work. In uno scenario di questo genere, c’è solo un binomio che spesso spicca tra tutto il resto ed è proprio “lavoro e performance”.
Leggete bene.
C’era una volta un uomo di nome Clarence che aveva una rana di nome Felix. Clarence ha sempre vissuto una vita modesta, senza mai rinunciare al suo più grande sogno: diventare ricco. Un giorno, colpito da un’ispirazione improvvisa, esclamò: “Felix, diventeremo ricchi! Imparerai a volare!”
Felix era terrorizzato: “Non posso volare, Clarence! Sono una rana, non un uccello!” Clarence, deluso, disse a Felix: “Il tuo atteggiamento non aiuta le cose. Penso che tu possa migliorare con un po’ di allenamento“.
Così Felix andò a un corso di tre giorni per imparare la storia dell’aviazione, le basi dell’ingegneria aeronautica, alianti, parasailing e la vita di famosi piloti.
Dopo l’addestramento, Clarence decise che Felix avrebbe saltato ogni giorno da una finestra, dal primo piano fino al settimo. Grazie a questo planning, ad ogni volo i due avrebbero analizzato le performance e implementato la tecnica ove necessario: secondo Clarence, Felix una volta giunto al settimo piano sarebbe stato in grado di volare.
Felix ha pregato che Clarence cambiasse idea, perché temeva per la sua vita, ma le sue suppliche caddero nel vuoto. Clarence pensò “Semplicemente non capisce quanto sia importante, non riesce a vedere il quadro generale.“
È così che Clarence decise di aprire la finestra e buttare fuori Felix, che ovviamente essendo una rana atterrò con un tonfo.
Il giorno dopo, pronto per la sua seconda prova di volo, Felix pregò di nuovo di non essere buttato fuori dalla finestra, ma Clarence aprì la sua guida tascabile su “Gestire il personale in modo efficace” e mostrò a Felix la parte su come sia sempre necessario aspettarsi resistenza di fronte a programmi nuovi e innovativi. Detto questo, gettò di nuovo Felix dalla finestra. E di nuovo un tonfo.
Il terzo giorno al terzo piano, Felix provò a temporeggiare, chiedendo di ritardare il progetto finché le sue capacità e le condizioni di volo non fossero più favorevoli. Ma Clarence era prontissimo: “Non vuoi rovinare il programma, vero?”
Dal suo feedback sulla valutazione delle prestazioni, Felix sapeva che non saltare quel giorno avrebbe significato saltare DUE VOLTE il giorno successivo e fece l’unica cosa possibile: saltò, ma il risultato rimase lo stesso.
Nonostante l’utopia della situazione, Felix provò in tutti i modi a migliorarsi: il quarto giorno sbatté le gambe all’impazzata, il quinto provò la “visualizzazione” legandosi un piccolo mantello rosso intorno al collo emulando “Superman”. Non aiutò.
Al sesto giorno Felix, accettando il suo destino, non implorò più pietà. Guardò semplicemente Clarence e disse: “Lo sai che mi stai uccidendo, vero?“
Clarence si limitò a sottolineare che la performance di Felix fino a quel momento era stata tutt’altro che esemplare; non riuscendo a raggiungere nessuno degli obiettivi che si era prefissato per lui. Detto questo, e sapendo che c’era un altro piano, Felix balzò fuori, mirando con attenzione alla grande roccia frastagliata all’angolo dell’edificio dove atterrò.
Clarence era devastato. Il suo progetto non è riuscito a raggiungere un singolo obiettivo che si era prefissato di realizzare. Felix non solo non riusciva a volare, ma non aveva nemmeno imparato a implementare la sua caduta.
L’unica cosa che restava da fare a Clarence era analizzare il tutto e determinare i punti critici. È così che giunge a una sola conclusione: “La prossima volta, avrò una rana più intelligente!”
Fine.
Cosa vi dice questa storia? Di sicuro è una metafora del business, ma in che modo si riflette su di voi e sulla vostra quotidianità?
Vi lascio solo alcuni spunti per riflettere sulla storia che abbiamo appena letto. Lo farò anch’io e ne discuterò sui miei canali.
- In che modo le aspettative di Clarence sono andate così fuori obiettivo rispetto alle competenze di Felix?
- Perché Clarence ha visto nella formazione l’unica soluzione?
- Che ruolo ha avuto la differenza di potere tra Clarence e Felix nel plasmare il corso degli eventi?
- Perché Felix si è dimostrato così arrendevole, nonostante rischiasse la vita?
- Come spieghi la cecità di Clarence di fronte al suo completo fallimento?
- Quale talento possedeva Felix che avrebbe potuto davvero rendere Clarence e lui ricchi e perché Clarence non se ne accorse?
A presto,
Guido DeCarli


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